Nell'intervista la storia di molti orologiai si ripete. La nascita di una passione sin da piccoli. I primi approcci con ingranaggi, molle e ruotismi ed inevitabilmente i primi disastri ... Da grandi la passione si trasforma in un lavoro e arrivano le prime soddisfazioni che alimentano man mano il sogno di aprire un proprio laboratorio indipendente. Anni di esperienza, ricerca, tentativi, fallimenti e soddisfazioni quanto quel meccanismo lasciato nel cassetto per anni, trascurato, con olii secchi, ruotismi impastati e perni rotti ... ritorna a scandire la vita dei nostri clienti. Quanti ricordi sono legati a quell'orologio, quante storie potrebbe raccontare. Le nostre storie.
Negli ultimi dieci hanni però qualcosa cambia nel mercato dell'orologeria. Le case produttrici di orologi vengono man mano acquistate e assorbite nelle mani di pochissime multinazionali del lusso che inziano a non rifornire più gli orologiai riparatori indipendenti ma unicamente i loro concessionari autorizzati. Poi anche i contratti di concessione vengono man mano chiusi e gli orologi venduti unicamente nelle loro boutique. Le strade per il clienti si chiudono. La figura dell'orologiaio di fiducia tende a sparire perchè spesso non può riparare l'orologio a causa della mancata fornitura di ricambi. E' obbligato a portarlo al produttore e spesso a subire prezzi imposti che sono di gran lunga più alti di quelli cui era abituato e i tempi di attesa infinitamente più lunghi. Siamo entrati in Europa con promesse di libera concorrenza e libero scambio delle merci. Questo principio è stato difeso nel mercato delle auto quanto la stessa cosa stava avvenendo con i meccanici e le case produttrici si pretendevano di rifornire sono le loro autofficine autorizzate. In questo caso la Commissione Europea è intervenuta a fermare questo tentativo di accentrare il mercato nelle loro mani. Per gli orologiai invece non è accaduto in quanto la nostra situazione è stata definita "economicamente irrilevante" 5.000 attività in Italia, e il problema non è solo italiano ma molto sentito anche in tanti altri paesi europei come Francia e Spagna.
Vi invito quindi a condividere e leggere l'articolo apparso sulla Gazzetta di Mantova lo scorso 23 novembre e se volete rimanere aggiornati continuate a seguire il nostro blog o l'Associazione Orafa Lombarda .